Archiviando la rassegna stampa, ci capita sotto mano l’editoriale de La Gazzetta dello Sport, 14 gennaio 2007, a firma di Carlo Verdelli, intitolato: “Ministro Amato, scusi il disturbo”.
Ne riportiamo alcuni passaggi:
<L’altro giorno…. abbiamo intervistato il signor Luigi Silvestre, 37 anni, poliziotto. Stava in un letto d’ospedale dopo un pomeriggio di ordinaria follia: prima di Salernitana Cavese… gli avevano tirato una bomba arricchita di chiodi e lamette.
‘Ho un buco largo tre centimetri sulla tibia… fortuna che l’ordigno è esploso basso: se mi prendeva ad altezza della testo sarei morto’
Tutto è bene quel che finisce bene. I due figli di Silvestre… hanno ancora un papà… i 14 fermati dopo gli incidenti sono già stati rilasciati…
Non si lamenta troppo il poliziotto Silvestre… Oddio, osserva ancora, il decreto Pisanu è un po’ paradossale, visto che si imbucano regolarmente i diffidati e non c’è modo di controllarli. Volendo, continua Silvestre, si potrebbe punire un po’ di più i violenti da stadio… ‘Ma si muovano, o aspettano che ci scappi il morto?’ >
In queste poche righe di editoriale, in queste poche frasi di Silvestre, c’è tutta la tragedia che sarebbe piombata di lì a due settimane.
Anche lì a Catania un poliziotto, una moglie, due figli. Solo che questa volta il poliziotto non è tornato a casa.